Ieri ho comprato i regali di natale per i miei clienti. E’ un gesto che mi piace fare per ringraziarli di aver scelto me come commercialista.
Cerco sempre di scegliere un regalo particolare.
L’anno scorso, ad esempio, avevo fatto realizzare da un’artigiana triestina dei piccoli mostriciattoli “scacciansia dei conti”, una specie di amuleto per affrontare più serenamente e consapevolmente il tema tasse e soldi.
Siccome sono molte le imprese e i professionisti che in questo periodo si trovano ad acquistare degli omaggi per gratificare i migliori clienti o i loro fornitori o per ringraziare i propri dipendenti della collaborazione ho pensato di analizzare questo tema dal punto di vista fiscale.
Cosa accade infatti alle spese sostenute per questi acquisti?
Il trattamento fiscale degli omaggi varia innanzitutto a seconda di chi è il soggetto che acquista e di quali sono gli oggetti acquistati.
In particolare, la distinzione è fatta in base:
- alla tipologia del bene omaggiato (sto regalando qualcosa che è oggetto della mia attività?) e
- del soggetto destinatario dello stesso (compro un regalo per un cliente o per un dipendente?).
I beni oggetto dell’attività propria dell’impresa sono quelli il cui impiego qualifica e realizza l’attività normalmente esercitata e attività propria dell’impresa si ritiene quella che normalmente ed abitualmente viene esercitata dall’imprenditore e non quindi quella svolta in maniera occasionale o, comunque, di scarsa rilevanza nell’ambito dell’impresa.
L’agenzia delle entrate, in una vecchia circolare, ha chiarito che gli acquisti di beni destinati ad essere ceduti gratuitamente, la cui produzione o il cui commercio, non rientrano nell’attività propria dell’impresa, costituiscono sempre spese di rappresentanza.
Le spese di rappresentanza sono:
- le erogazioni a titolo gratuito di beni e servizi;
- effettuate con finalità promozionali o di pubbliche relazioni;
- il cui sostenimento risponda a criteri di ragionevolezza in funzione dell’obiettivo di generare anche potenzialmente benefici economici per l’impresa, ovvero sia coerente con pratiche commerciali di settore.
Se sei un’impresa – cosa succede ai fini IVA?
I regali effettuati nei confronti dei propri clienti, oltre ad essere ritenuti spese di rappresentanza, costituiscono cessioni gratuite.
Valore del regalo |
IVA sull’acquisto |
IVA sulla cessione gratuita del bene |
Costo unitario < € 50 |
IVA detraibile |
Cessione Fuori campo IVA |
Costo unitario > € 50 |
IVA indetraibile |
Cessione Fuori campo IVA |
Gli omaggi effettuati possono riguardare sia un unico bene che una pluralità di beni che costituiscono un unico omaggio, come per esempio il cesto natalizio. In questo caso, anche se i beni che unitariamente compongono l’omaggio sono di valore unitario inferiore al limite di Euro 50, va considerato l’omaggio nella sua interezza.
Se, per esempio, regalo un cesto contenente una bottiglia di vino che costa 30 euro, un panettone che costa 20 euro e una cioccolata che costa 5 euro, per verificare se l’Iva sia detraibile o meno devo considerare l’importo totale del cesto, ossia 55 euro, nonostante i singoli prodotti abbiano un valore inferiore a 50.
Se sei un lavoratore autonomo – cosa succede ai fini IVA?
Le regole che abbiamo visto fin ora non sembrano applicabili ai lavoratori autonomi (liberi professionisti) in quanto nella normativa si parla espressamente di attività d’impresa.
I professionisti, quindi, devono assoggettare ad IVA tutte le cessioni gratuite, anche di valore inferiore ad Euro 50. Rimane, però, la possibilità di non detrarre l’IVA al momento dell’acquisto dei beni che saranno oggetto di omaggio. In questo modo la successiva cessione non sarà rilevante ai fini IVA.
Alimenti e bevande – IVA
Se scegli di acquistare alimenti e bevande da regalare, e il costo unitario è inferiore a 50 euro, puoi considerare anche questi spese di rappresentanza.
A questo punto l’IVA pagata al momento dell’acquisto è detraibile senza particolari limitazioni e la successiva cessione non è rilevante ai fini IVA.
Se regali beni che sono oggetto della tua attività d’impresa
Come abbiamo visto più sopra, se decidi di regalare dei beni che sono oggetto della tua attività di impresa, allora questi beni non possono essere qualificabili come spesa di rappresentanza.
Di conseguenza l’IVA sull’acquisto è detraibile, mentre la cessione risulta rilevante ai fini IVA.
Riguardo questo aspetto a importante sottolineare che il soggetto passivo che pone in essere l’operazione può sempre optare per non detrarsi l’IVA al momento dell’acquisto, in modo da rendere la successiva cessione gratuita irrilevante ai fini IVA.
Nel caso in cui l’omaggio sia rilevante ai fini IVA la base imponibile, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 13 del D.p.r. 633/1972, sarà costituita “dal prezzo di acquisto o, in mancanza, dal prezzo di costo dei beni o di beni simili, determinati nel momento in cui si effettuano tali operazioni”.
Per la fatturazione ci si trova di fronte a tre possibili alternative:
- Viene emessa fattura con IVA indicando la dicitura “omaggio senza rivalsa IVA ex articolo 18 del D.p.r. 633/1972”. In questo caso l’IVA non verrà addebitata al cliente; FAC SIMILE
- Viene emessa un’autofattura con il valore del corrispettivo rilevato sulla base delle regole dell’articolo 13 del D.p.r. 633/1972 e l’indicazione dell’imposta. In questo caso sarebbe opportuno indicare anche che si tratta di “autofattura per omaggi”. FAC SIMILE
- Si tiene un registro specifico degli omaggi, nel quale viene annotato l’ammontare complessivo delle cessioni gratuite poste in essere in ciascun giorno, suddividendole sulla base della relativa aliquota IVA.
Aspetti relativi alle deducibilità del costo
Ai fini delle imposte dirette (parliamo di Irpef, Irap, ecc.), i costi sostenuti per quei beni che saranno successivamente ceduti in omaggio vanno ricompresi tra le spese di rappresentanza.
Le spese sono deducibili dal reddito sia di impresa che di lavoro autonomo se rispondono ai soliti requisiti di inerenza e congruità.
Ma in aggiunta a questi due requisiti ci sono anche dei limiti quantitativi da rispettare ai fini della deducibilità di queste particolari spese.
Se sei un’impresa e i tuoi ricavi non superano i 10 milioni di euro (magari!):
- costo < 50 euro → il costo è totalmente deducibile
- costo > 50 euro → il costo si deduce nel limite dell’1,5%
Se sei un lavoratore autonomo:
- costo < 50 euro →il costo si deduce nel limite dell’1% dei compensi incassati nell’anno
- costo > 50 euro → il costo si deduce nel limite dell’1% dei compensi incassati nell’anno
Si considerano inerenti, se effettivamente sostenute e documentate, le spese per erogazioni a titolo gratuito di beni e servizi, effettuate con finalità promozionali o di pubbliche relazioni e il cui sostenimento risponda a criteri di ragionevolezza in funzione dell’obiettivo di generare anche potenzialmente benefici economici per l’impresa ovvero sia coerente con pratiche commerciali di settore.
Buon Black Friday!
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