10 Ott 2016

Riservatezza…questa sconosciuta

E’ la prima cosa che il mio Dominus mi ha detto quando mi sono presentata il primo giorno nel suo studio per iniziare la pratica professionale. Era il 2003 e quella cosa mi è rimasta talmente impressa che non l’ho più dimenticata.
La cosa più importante della professione che stavo per intraprendere era la riservatezza.

La riservatezza come simbolo del rapporto intimo che avrei instaurato con i clienti del mio Dominus e, successivamente, con i miei.

La riservatezza intesa come metodo di lavoro, come filosofia di vita, come filo d’Arianna da seguire sempre.

Negli anni ho capito che quella era proprio la mia filosofia, che era un concetto che non avrei mai disatteso, che sentivo e sento come mio al 100%, che è nel mio DNA.

Questa mattina, dopo un weekend dove la mia Trieste è stata invasa da 2.000 barche che hanno partecipato alla Barcolana, dopo aver planato e dopo essere andata in diretta su Linea Blu di rai 1 (che vergogna!), ho deciso di dedicarmi alla scrittura del mio ebook per Zandegù editore.

Volevo scrivere da un luogo che mi ispirasse, che mi ricentrasse.

Così sono uscita dal mio studio, ho fatto un centinaio di metri, surgelandomi con le raffiche della bora scura che soffia oggi, e mi sono seduta al Caffè degli Specchi, caffè storico in città.

Qui la gente viene per bere un “capo in b”, per fare quattro chiacchiere, per fare riunioni di lavoro, per scrivere, per studiare.

Quando sono in luoghi pubblici non lascio mai “esposti” i nomi dei miei clienti, non parlo mai al telefono gridando a gran voce i nomi o le problematiche che ho sotto mano.

E’ un mondo social, dove la condivisione è tutto. La condivisione di quello che va condiviso però.

Vi prego, se fate una riunione in un bar o in un luogo pubblico, mantenete un tono di voce basso, non permettete ai vicini di tavolo di conoscere tutte le vostre trattative, i vostri nomi, i soldi che avete sul conto corrente o i soggetti cui state rivolgendo una denuncia tramite il vostro avvocato.

Oltre al fatto che io che mi siedo al tavolo per scrivere il mio libro e vorrei starmene tranquilla, non sono interessata alle vostre proposte commerciali o alle vostre liti societarie! E se per caso fossi l’avvocato del vostro concorrente e avessi ascoltato tutta la vostra arringa sul perché avete intenzione di denunciare il mio cliente? E se per caso fossi il responsabile dell’azienda vostra concorrente e avessi ascoltato tutte le vostre strategie di impresa?

Davvero, vi prego, rivalutate il concetto di riservatezza. Non solo nel lavoro, ma anche nella vita privata.

 

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Carlotta Cabiati

Carlotta Cabiati

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  1. Di riservatezza, segreto professionale e invisibilità - Raffaella Lippolis - […] letto il post di Carlotta Cabiati e mi sono fermata a riflettere sul concetto di […]

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