[Mi è sempre piaciuto parlare con le persone, anche appena conosciute, sapere come vivono, cosa pensano ed immedesimarmi nelle loro esistenze. Vivo sempre cercando di trovare il lato positivo delle esperienze e cercando di imparare dalle vite degli altri.
E’ per questo che ho deciso di intervistare delle donne libere professioniste che hanno percorso insieme a me il Boutique Business, il percorso ideato da Gioia Gottini per lo sviluppo del proprio business.
Ho deciso di intervistarle per capire come vivono (o hanno vissuto) il loro rapporto con il fisco. Per capire quali sono state o quali sono le loro più grandi paure e quali sono invece le loro conquiste e soddisfazioni.
“Un anno di vita è sempre qualcosa di compiuto. Accadono spesso fatti negativi che mai si ripeteranno uguali. Ma, nel corso della nostra esistenza, quegli stessi fatti che ci hanno ferito, o solo fatto un po’ soffrire, potranno tornare a ripetersi sotto altre forme, in altre situazioni, e se la prima volta abbiamo saputo affrontarli ci faranno soffrire di meno.” – Luisa May Alcott – Piccole Donne]
Come ti chiami?
Ilaria Ruggeri
Che lavoro fai?
Mi definisco personal Musa: quello che sono brava a fare è ispirare e aiutare le donne a creare la vita che desiderano. Mi occupo insomma di crescita personale al femminile stimolando tutti e due gli emisferi del cervello, quello logico e quello creativo. Utilizzo quindi strumenti di coaching e counseling, ma anche mandala e illustrazioni, carte d’ispirazione, visualizzazioni e cristalli.
Hai una partita iva? Se si, da quanto tempo?
Ho aperto la mia partita iva 3 anni fa, praticamente prima di iniziare con la mia attività. Da diversi anni tenevo un blog sui temi professionali che mi interessano, mentre stavo ancora terminando la mia formazione accademica, ma poi i tempi sono maturati e l’idea di proporre finalmente servizi tutti miei è diventata sempre più forte. Così dopo essermi informata ho deciso di aprire la partita iva, più per dire a me stessa che volevo provarci veramente che per necessità. È stato un passo emozionante e fatto con un po’ di incoscienza e molto ottimismo.
La prima cosa che ho fatto dopo aver aperto la mia partita iva è stato calcolare a che numero dei Tarocchi corrispondesse!
Mi racconti qualcosa del tuo rapporto con il fisco? Che tipo di storia è?
Tendenzialmente sono una persona piuttosto organizzata, ma che sguazza felicemente nel suo disordine creativo. Mi piace sentirmi a posto e sapere che sto facendo le cose nel modo giusto, quindi sin dall’inizio mi sono informata molto su internet, ho parlato con diversi commercialisti e ogni volta che non capisco o non ho chiaro qualcosa faccio tante domande. Occuparmi della mia contabilità resta comunque un lavoro non facile per me. La strategia che ho affinato negli anni è affidarmi al sacro potere della cartoleria: attaches a cuore, cartelline colorate, steakers simpatici. Qualsiasi espediente che renda questa parte del lavoro più allegra e colorata!
Quali sono state o quali sono i tuoi più grandi traguardi o soddisfazioni raggiunte?
Una primissima soddisfazione, prima ancora dell’apertura della partita iva, è stata andare a parlare direttamente all’Agenzia delle Entrate e sentirmi confermare dal funzionario, dopo aver spulciato in un polveroso manuale, che avevo ragione io e le supposizioni e conclusioni a cui ero arrivata informandomi su internet erano giuste.
In questi anni poi il mio business è cresciuto e io sono fiera di averci creduto e di continuare a farlo, nonostante i momenti ciclici di crisi. E poi ogni volta che faccio qualcosa per la mia contabilità (sistemare le fatture, pagare un F24), mi do una pacca sulla spalla, perché so bene che avrei preferito fare mille altre cose, ma che solo così posso prendermi veramente cura del mio business.
Quali sono o quali sono state le tue più grandi paure? Come le hai risolte?
Il mondo del fisco è pieno di paure per chi lavora in proprio: delle tasse da pagare, dei ravvedimenti, di perdere delle fatture o sbagliare a compilarle. È un allenamento continuo a uscire dalla propria rassicurante comfort zone. Quello che ho imparato è che è sempre meglio guardarle in faccia queste paure ed affrontarle. Soprattutto per noi donne, che spesso ci sentiamo negate e incapaci a gestire questi aspetti materiali della vita, anche solo imparare a parlarne o sapere quanto si ha nel proprio conto in banca è un grande strumento di empowerment!
C’è qualche tema particolare o qualche cosa specifica che non sapevi e che hai imparato?
Prima di iniziare l’avventura con il mio business non sapevo assolutamente nulla, un po’ come una mamma impreparata che si trova a gestire il primo figlio. Nessuno nella mia famiglia ha esperienze imprenditoriali e io venivo da un passato da dipendente nel privato. Oltre a tutte le conoscenze tecniche che sto imparando sulla mia pelle, la cosa più importante (e che pochi ti dicono) è che devi sviluppare un modo di pensare imprenditoriale: sei tu a prendere tutte le decisioni, a stabilire i prezzi, a programmare i prossimi anni della tua attività e a pensare al tuo futuro finanziario. Bisogna sviluppare molte competenze parallele, che hanno a che fare anche con aspetti della propria personalità e con i valori che si hanno.
Cosa ti sentiresti di suggerire a chi “deve fare il grande passo” di intraprendere una attività imprenditoriale da freelance?
Rivolgiti a professionisti che stimi a pelle, che ti semplificano la vita e con cui ti sentiresti a tuo agio a mangiare una pizza.
Pensa che è un passo serio, ma non ti far bloccare dalla paura: qualunque cosa succeda sarà un’avventura che ti arricchirà di conoscenze e contatti nuovi.
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