Era il novembre 2014, un novembre di 5 anni fa, e io, all’inizio della mia carriera da freelance, piena di entusiasmo ed eccitazione per aver iniziato a costruire il mio piccolo studio dopo anni di gavetta, per tutta una serie di coincidenze e grazie alla bellezza del web, avevo iniziato a scrivere per c+b.
C+B, community di donne generose che aiutano chi vuole mettersi in proprio ma non solo, luogo virtuale dove trovare sostegno, supporto, idee, ispirazione.
Avevo iniziato, senza un motivo preciso, ma forse perché in effetti avevo intuito che sarebbe stato un cambio epocale, con due articoli sul nuovo regime forfettario.
Prima c’erano i minimi, adesso sarebbe cambiato tutto. Dovevo scriverne, ho pensato!
Quella volta, non so se ve lo ricordate, il limite di incassi annui per i professionisti era di 15.000 euro! Incredibile, ripensandoci.
Quella volta, in extremis, in sede di pubblicazione in gazzetta ufficiale, era stato approvato un maxi emendamento che, il 22 dicembre 2014, aveva stravolto i requisiti per l’accesso al regime agevolato, introducendo una grossa limitazione:
“Le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni possono applicare il regime forfetario se i redditi conseguiti da tali attività sono in misura prevalente rispetto a quelli eventualmente percepiti come redditi di lavoro dipendente e assimilati. La verifica di tale prevalenza non è comunque necessaria se:
-
- – il rapporto di lavoro è cessato;
– oppure la
somma dei redditi d’impresa, di arte o professione e di lavoro dipendente o assimilato non eccede i 20.000 euro.”
Un limite, troppo restrittivo, che infatti avrebbe portato di li a poco a consentire ancora per un anno l’utilizzo del regime dei minimi.
Quegli articoli hanno avuto moltissimo seguito, sono stati letti tantissimo, mi hanno fatta conoscere al mondo (grazie mille!!) e, tutto sommato, sono ancora attuali.
La prima parte la trovate qui: prima parte
La seconda parte qui: seconda parte
E’ vero, come dice Domitilla Ferrari nel suo podcast su Storytel, tutte le persone che incontriamo, sono un’opportunità per aggiungere un pezzo al puzzle della nostra vita. Per me lo è stato incontrare Francesca Marano, Enrica Crivello e Barbara Pederzini, in quel 2014, ad uno dei primi e unici corsi live di C+B.
E ora?
Siamo di nuovo da capo.
Abbiamo da cinque anni un regime forfetario che è cambiato in continuazione.
Sono cambiati i limiti di quanto si può incassare annualmente, sono cambiati i requisiti, sono cambiati gli adempimenti.
Ad ogni cambio di Governo, le mani vengono messe inevitabilmente su questo regime agevolato, lasciando i liberi professionisti e i piccoli imprenditori in balia di tutti questi cambiamenti, impossibilitati a fare business plan previsionali a lungo termine (nemmeno a breve termine a dire la verità!).
E di nuovo siamo qui ad attendere una legge di bilancio che sarà definitiva solo a fine dicembre, senza sapere con certezza cosa ci aspetterà da gennaio 2020.
Sappiamo che il regime agevolato ci sarà.
Sappiamo che se gli incassi saranno più di 65.000 euro si entrerà nel regime “ordinario”, cioè di contabilità semplificata, con iva, ritenute d’acconto e adempimenti fiscali.
Sappiamo che non si potrà avere, contemporaneamente alla nostra partita iva, un lavoro dipendente o una pensione che abbia un reddito lordo di 30.000 euro annui.
Sappiamo che non si potrà essere soci di una società di persone.
Sappiamo che non si potrà essere soci nemmeno di una srl, se in qualche modo ne abbiamo il controllo e se esercita una attività riconducibile a quella che svolgiamo con la p.iva.
Sappiamo che se mi metto in proprio dopo essere stato dipendente, il mio cliente principale non potrà essere il mio ex datore di lavoro.
E poi?
E poi abbiamo un sacco di altri problemi.
Tipo la fatturazione elettronica che sembra però non sarà obbligatoria dal 2020, anche se ormai la maggior parte delle aziende obbliga i suoi fornitori forfetari a rilasciarla.
Tipo i corrispettivi telematici, obbligo anche per i forfetari.
E allora non ci resta che attendere, facendo previsioni e simulazioni sperando che magari, il prossimo anno, andrà meglio.
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Per calcolare le imposte e i contributi dovuti potete scaricare Quantopago©. (accaparratevelo ora che poi da gennaio il prezzo aumenterà)
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